Trattamento con neurofeedback e allenamento delle funzioni esecutive con NeuronUP in un ragazzo con TDA
Ragazzo di 15 anni valutato con prove psicopedagogiche e con il ClinicalQ di Swingle e per il quale, dati i risultati, si decise di adottare un intervento doppio. È stato realizzato con la tecnica del neurofeedback e l’allenamento delle funzioni esecutive tramite la piattaforma NeuronUP per questo caso di TDA.
Presentazione del caso
I genitori, residenti negli USA, si recano al centro per la valutazione del figlio durante un breve soggiorno nel nostro Paese. Vengono somministrate varie prove adeguate alla sua età, quali: BAS II, MATRICES, il D2 di attenzione, CARAS-R, AGL attentivo, Stroop, MY di memoria, PROLEC-SE per i processi di lettura e scrittura, i criteri diagnostici del DSM-IV e vengono inoltre raccolti dati tramite i questionari BRIEF e SENA dalla famiglia e con autovalutazione, e infine il ClinicalQ.
Prove
In questi casi è sempre necessario raccogliere i dati e in base a questi (questionari iniziali, di sintomi visivi, uditivi, …) adattare le prove di valutazione. Tuttavia, per confermare o escludere l’esistenza di una diagnosi, è sempre opportuno somministrare prove di intelligenza, attenzione, ecc. al fine di stabilire un piano di intervento adeguato, e bisogna decidere se approfondire altre aree (come quella motoria, visiva, uditiva, effettuando un’audiometria, ecc.).
Risultati della combinazione del trattamento con neurofeedback e NeuronUP nel TDA
Nel presente caso i risultati sono stati i seguenti. QI elevato nel BAS II, accompagnato e coerente con un alto percentile nella prova MATRICES di intelligenza non verbale, risultato medio nella prova di memoria (enneatipo 5), risultati efficaci nel test CARAS-R, medi nel D2 (a durata maggiore) e nell’AGL, risultati nella media nel test STROOP e nei processi di lettura e scrittura.
Il feedback degli insegnanti (è importante raccogliere i dati quantitativi delle prove e analizzare anche cosa osservano nel contesto accademico tramite questionari agli insegnanti) ha concluso problemi nell’attenzione sostenuta.
Data la ambiguità dei risultati ottenuti, si esegue un ClinicalQ.
Che cos’è un ClinicalQ?
Il ClinicalQ è una mappatura a 5 punti del sistema 10/20 effettuata mediante un apparecchio per il neurofeedback con montaggio monopolare a canale singolo. È una valutazione che determina la progettazione del trattamento con il neurofeedback.
Effettuiamo la misurazione nelle localizzazioni cerebrali correlate alle funzioni da valutare: aree centrale (Cz), frontale (F3/F4/Fz) e occipitale (O1).
Il profilo viene realizzato posizionando gli elettrodi successivamente nelle diverse localizzazioni e svolgendo diverse attività di tipo cognitivo (ciascuna di queste fasi è definita “evento”) con il paziente rilassato, al fine di poter registrare in tempo reale il modello di onde cerebrali in ciascuna di queste attività, per poterlo confrontare con i valori di riferimento e osservare l’evoluzione di tale modello in relazione alle attività svolte.
Il Profilo EEG ci fornisce informazioni sul livello di attività cerebrale in tempo reale e consente quindi di determinare le migliori opzioni di trattamento.
Risultati del ClinicalQ:
Il rapporto o ratio Theta/Beta (TBR), o il rapporto tra onde veloci e lente nell’EEG, è una misura molto comune nei trattamenti di neurofeedback. Livelli elevati di theta e/o riduzione dei livelli di beta sono tipici nei casi di ADHD e problemi di attenzione.
Applicazioni: l’allenamento del TBR viene utilizzato principalmente nel trattamento dell’ADHD e, in modo più ampio, nel campo dell’allenamento dell’attenzione, nel miglioramento dell’apprendimento e delle prestazioni.
Il rapporto Theta/Beta si calcola dividendo la potenza assoluta Theta (4-8 Hz) per la potenza assoluta Beta (13-21 Hz). Per l’allenamento, si selezionano le localizzazioni centrali (Cz, C3 e/o C4).
Obiettivo: ridurre la ratio di potenza Theta/Beta, ridurre la mancanza di attenzione e diminuire l’iperattività e/o l’impulsività a occhi aperti.
Conclusioni sul trattamento con neurofeedback e NeuronUP in un caso di TDA
Secondo i dati raccolti dai test, il nostro soggetto con TDA necessiterebbe di un allenamento con NeuronUP delle funzioni esecutive che sono risultate al di sotto della media, quali: memoria di lavoro (soprattutto nella componente uditiva), potenziamento della parte verbale (vocabolario e espressione), attenzione sostenuta, flessibilità mentale e pianificazione.
E parallelamente, secondo i dati del ClinicalQ, lavorare sul rapporto Theta/Beta in Cz con neurofeedback.
Allenamento dagli USA
Si poneva il dilemma di come attuare questo suggerimento di intervento se il soggetto valutato risiede abitualmente negli USA.
Ci siamo messi in contatto con un centro di neurofeedback vicino al luogo di residenza del soggetto con TDA che utilizza la tecnica di neurofeedback (e lo stesso apparecchio con cui era stato valutato) e hanno iniziato a lavorare con lui seguendo tale protocollo.
E parallelamente vengono aggiornate le sessioni di allenamento delle funzioni esecutive con la piattaforma NeuronUP.
La piattaforma facilita l’adattamento degli esercizi, quelli che si sono rivelati più difficili, quelli che hanno prodotto i risultati migliori, peggiori… informazioni che possiamo utilizzare anche per continuare ad adeguare non solo i livelli o le fasi di difficoltà ma anche gli esercizi e il loro ordine di presentazione per favorire l’aderenza al trattamento e la motivazione verso il lavoro.
Intervento in inglese e spagnolo
Come obiettivo di lavoro è stato anche definito rafforzare la parte del linguaggio, essendo importante svolgerla sia nella sua lingua madre che in quella in cui si muove abitualmente, l’inglese.
La piattaforma NeuronUP ha consentito di adeguarci completamente alle esigenze di questo caso, poiché l’allenamento viene svolto in modo vario.
- Remoto con NeuronUP2GO.
- Allenamento della funzione esecutiva con la parte verbale in spagnolo.
- Allenamento della funzione esecutiva con la parte verbale in inglese.
Pertanto, è importante sottolineare l’esecuzione di valutazioni personalizzate e il più possibile complete per definire gli obiettivi e il piano di trattamento. Inoltre, è indispensabile la conoscenza dei test di valutazione e sapere cosa misurano e quali limitazioni presentano.
Infine, è fondamentale essere in continua formazione nel campo della neuropsicologia per offrire valutazioni e strumenti il più completi possibile, al fine di stabilire il piano di intervento più adeguato e ottimale che garantisca i migliori risultati.
Riferimenti
Swingle, Paul, Adding Neurotherapy to Your Practice Clinician’s Guide to the ClinicalQ, Neurofeedback, and Braindriving, 2015. Ed. Springer
www.sebine.org/neurofeedback/
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