Alicia Lage, psicologa abilitata a svolgere attività sanitarie e neuropsicologa presso la Clínica SINAPSIS, ci spiega come realizzare la riabilitazione dell’attenzione e dell’inibizione in un caso di ADHD attraverso la piattaforma NeuronUP.
Il lavoro di SINAPSIS
SINAPSIS è un centro di psicologia e logopedia, riconosciuto come struttura sanitaria dalla Xunta de Galicia, situato a Burela nella provincia di Lugo.
La nostra clinica nasce con l’obiettivo di garantire un’assistenza specializzata alla popolazione infanto-giovanile e adulta attraverso un intervento multidisciplinare basato sulle pratiche che hanno dimostrato maggiore supporto empirico, da qui la nostra fiducia nella piattaforma NeuronUP per la riabilitazione dell’attenzione e dell’inibizione nell’ADHD.
L’importanza della valutazione e della diagnosi per la progettazione di un programma di intervento
L’ADHD è un disturbo neurobiologico che coinvolge circuiti noradrenergici, via che controlla le funzioni di mantenimento dei sistemi di apprendimento, attenzione e memoria, e circuiti dopaminergici, le cui funzioni fondamentali sono il mantenimento del tono motorio, i sistemi di motivazione e ricompensa, e i processi di memoria e attenzione.
Processi di valutazione
Basandoci sul protocollo delle funzioni esecutive di Tirapu et al., basato su analisi fattoriali (Tirapu, Cordero, Luna, Hernáez, 2017), i processi coinvolti per effettuare una valutazione sono: velocità di elaborazione, attenzione, memoria di lavoro, accesso agli archivi di informazione della memoria, inibizione verbale e motoria, flessibilità cognitiva, pianificazione, ramificazione e presa di decisioni.
La valutazione come punto di partenza per la riabilitazione dell’attenzione e dell’inibizione nell’ADHD
I risultati di questa valutazione e della sua interpretazione comportano la progettazione di un piano di intervento individualizzato e adattato alle esigenze di ciascun paziente con ADHD per la sua efficace riabilitazione.
Riabilitazione neuropsicologica dell’attenzione e dell’inibizione nell’ADHD
È un concetto più ampio della stimolazione cognitiva. Implica ridurre l’impatto di condizioni che risultano disabilitanti per il cliente e consentirgli di raggiungere un livello ottimale di integrazione sociale (OMS, 2001). In tal modo, include diversi tipi di intervento, che possono essere inquadrati in quattro grandi gruppi: riabilitazione cognitiva, modifica comportamentale, intervento con le famiglie e readattamento sociale, educativo o professionale.
Riabilitazione in base all’approccio
Compensazione: consiste nella riorganizzazione delle funzioni per minimizzare o superare le limitazioni funzionali dell’individuo. Il suo obiettivo è migliorare la funzionalità nella vita quotidiana. Le risorse sono gli ausili esterni e gli adattamenti ambientali.
Restauro/Riabilitazione: consiste nel training diretto della funzione persa, danneggiata o deficitaria. Il suo obiettivo è migliorare la funzione cognitiva attraverso esercizi e compiti ripetitivi a complessità crescente. Inoltre, comporta meccanismi “bottom-up”, in cui i processi di basso livello trainano il recupero dei processi di alto livello.
Sostituzione: consiste nella costruzione di un nuovo metodo di risposta che sostituisca il danno prodotto. Perciò il suo obiettivo è la ricerca di nuove vie per risolvere il problema. Le risorse sono l’ottimizzazione dei sistemi preservati.
Processi neuropsicologici su cui lavoriamo tramite NeuronUP
Attenzione selettiva e sostenuta
Il modello di Posner e Petersen del 1990 rappresenta uno di quelli che ha goduto di maggiore accoglienza fin dalla sua formulazione iniziale.
Dopo anni di ricerca sui tipi di attenzione, attualmente esiste un consenso relativo nel mantenere l’esistenza di tre reti attentionali anatomica e funzionalmente distinte che operano in stretta relazione: in primo luogo, la rete di allerta e la rete esecutiva, localizzate nella corteccia cerebrale anteriore; in secondo luogo, la rete di orientamento, che si trova principalmente nelle regioni posteriori.
Partendo dall’osservazione dei sintomi clinici dei pazienti con lesione cerebrale e difficoltà attentive, il modello clinico di riferimento è quello di Sohlberg e Mateer, basato su concetti teorici di Posner e Petersen e sulla memoria di lavoro di Baddeley e Hitch. Pertanto, l’attenzione sarebbe suddivisa in cinque componenti: attenzione focalizzata, attenzione sostenuta, attenzione selettiva, attenzione alternata e attenzione divisa.
La rete di allerta è correlata all’incremento e al mantenimento dello stato di vigilanza e preparazione per rispondere a un possibile stimolo imminente. D’altra parte, l’attenzione sostenuta è la capacità di mantenere l’attenzione su uno stimolo per periodi prolungati di tempo, nota anche come allerta fasica; il correlato neuronale si trova nella rete talamo-frontoparietale. Invece, la rete di orientamento si basa sulla selezione delle informazioni a cui si presta attenzione e su quelle che verranno ignorate, che secondo il modello clinico di partenza corrisponderebbero all’attenzione selettiva.
Inibizione motoria e verbale
I processi di inibizione emergono anche come fattore molto consistente nei diversi analisi fattoriali. Sebbene in alcuni venga chiamato controllo delle interferenze o attenzione selettiva, in quanto richiede di gestire interferenze e distrattori. Per quanto riguarda le regioni cerebrali implicate in questo processo, gli studi concordano sulla partecipazione fondamentale della corteccia prefrontale orbitale e del cingolato anteriore.
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Riferimenti Bibliografici
Tirapu-Ustárroz J, Bausela-Herreras E, Cordero-Andrés P. Modello delle funzioni esecutive basato su analisi fattoriali in popolazione infantile e scolastica: meta-analisi. Rev Neurol 2018; 67: 215-25.
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