L’importanza del processo decisionale risiede nel fatto che è uno dei processi cognitivi più complessi che l’essere umano deve affrontare. Dal momento in cui ci svegliamo fino a quando andiamo a dormire, compiamo innumerevoli scelte e decisioni, molte in modo inconscio e altre in modo consapevole.
Il problema è che ogni decisione implica una o più perdite, quindi gestire le nostre decisioni in modo efficiente è fondamentale per adattarci alle varie situazioni e raggiungere i nostri obiettivi.
Per prendere decisioni è indispensabile fare uso della nostra capacità di ragionamento e comprensione, essendo la capacità analitica essenziale nel momento di scegliere l’opzione migliore.
Tipi di decisione
La maggior parte delle nostre decisioni è condizionata da vari fattori, alcuni impercettibili per noi. La teoria sostiene un processo decisionale dal punto di vista razionale, ma non è sempre facile mettere da parte le emozioni. Daniel Kahneman, psicologo e premio Nobel, afferma che esistono due vie nel processo decisionale:
Sistema 1 o implicito: decisioni basate sulle emozioni
Non tutte le decisioni della nostra vita sono così facili da razionalizzare e valutare. Infatti, la maggior parte delle volte ci troviamo di fronte a dilemmi con un forte carico emotivo, per cui prendere una decisione si complica, causandoci stress o procrastinazione.
Questo sistema è fondamentalmente emotivo e inconscio.
Sistema 2 o esplicito: decisioni basate sul ragionamento
In questo caso utilizziamo la nostra intelligenza analitica, valutando pro e contro in modo selettivo ed efficiente. È un sistema logico e calcolatore.
L’affetto euristico nel processo decisionale
Come ben sappiamo, gli esseri umani non sono macchine. Tuttavia, utilizziamo circuiti mentali in modo inconscio, una sorta di “via rapida” per prendere decisioni.
L’affetto euristico consiste nelle valenze (positive o negative) che attribuiamo inconsciamente agli stimoli su cui dobbiamo prendere una decisione. Shaffir (1993) concluse, dopo le sue ricerche, che quanto più valore positivo attribuiamo allo stimolo, tanto più ci focalizziamo sui benefici e minimizziamo i rischi che la decisione comporta.
Allo stesso modo, quando lo stimolo ha una valenza negativa, tendiamo a mettere da parte i benefici e ci concentriamo sulle possibili perdite che la decisione comporta. Questo bias cognitivo va tenuto in considerazione, poiché spesso può determinare la nostra decisione finale.
Processo decisionale passo dopo passo
Affrontare una decisione significa affrontare le nostre paure, il timore di fallire e sbagliare. Ecco perché questa serie di passaggi ha lo scopo di facilitare il processo decisionale. E non dimenticare: non prendere una decisione è, di per sé, una decisione.
- Scegli e rifletti sul tipo di decisione: Valutala e definiscila nel modo più concreto possibile. Prenditi il tuo tempo.
- Genera alternative: In questa fase non giudicarle, limitati a generare tutte le opzioni possibili. Apri la mente.
- Analizza pro e contro: Ora sì, in questo passaggio valuteremo gli aspetti positivi e negativi di ciascuna alternativa proposta.
- Identifica la migliore alternativa: Dopo aver valutato in modo analitico ed emotivo benefici e rischi di tutte le alternative, selezioneremo quella che meglio si adatta al nostro obiettivo o decisione, definito al punto 1.
- Agisci di conseguenza e mettila in pratica: In quest’ultimo passaggio elaboreremo un piano d’azione e lo metteremo in atto.
Tecniche che possono aiutarti nel processo decisionale
Tecnica della speranza inversa
Questa tecnica è molto efficace quando ci troviamo in una situazione di blocco mentale, sentendoci incapaci di scegliere un percorso. La speranza inversa propone di analizzare il problema da un altro punto di vista. Se ci angustia pensare alle conseguenze di scegliere un’opzione… perché non pensare alle conseguenze di non sceglierla? Cosa succederebbe nella mia vita se decidessi di non prenderla?
Tecnica del 10-10-10
Consiste semplicemente nel porsi queste tre domande:
- Quali saranno le conseguenze della mia decisione tra 10 minuti?
- E tra 10 mesi?
- E tra 10 anni?
Relativizzare il tempo è una strategia molto efficace nel processo decisionale, poiché permette che non siano solo le emozioni a scegliere, ma che, prendendo le distanze dal dilemma, possiamo concentrarci sulle nostre priorità future.
Tecnica della terza persona
È semplice come affrontare il problema come farebbe una terza persona, estranea al dilemma. Una ricerca pubblicata su Psychological Science evidenzia che consigliamo meglio e siamo più saggi quando ragioniamo sui problemi degli altri piuttosto che sui nostri. Come dice il proverbio… “Do buoni consigli, ma non li seguo”.
In altre parole, potremmo migliorare la nostra capacità di ragionare con saggezza se ci distanziamo dai nostri problemi e li consideriamo come se fossero quelli di un familiare o di un amico. E ricorda: imparare a prendere decisioni è fondamentale per non diventare vittime delle circostanze.